Durante la Grande Guerra, è mitragliere e pilota da caccia (122a, 108a e 82a Squadriglia). Subito dopo il conflitto, partecipa al raid Roma-Tokio, un viaggio di 18.000 km a bordo di un Ansaldo SVA9: dopo oltre 100 ore di navigazione, atterra nella capitale giapponese il 31 maggio 1920. Nel 1928, con Carlo Del Prete, conclude un’altra impresa transoceanica tra Italia e Brasile (Montecelio-Touros). Nel 1935 si salva da un incidente aereo a bordo di un SIAI S.80. Muore nel 1941 mentre collauda un prototipo presso il Centro sperimentale di Guidonia. Due medaglie, d’oro e d’argento, al valor militare, una medaglia d’oro al valore aeronautico.
Riferimenti bibliografici
Mencarelli, Igino | 1969 Arturo Ferrarin. Roma: Ufficio storico aeronautica militare.
Mantelli, Gianni | 1999 Arturo Ferrarin: uomo e pilota. Milano: Apostolo Giorgio.
Pecchioli, Arrigo | 1986 (a cura di) L’aeronautica italiana: storia di uomini e macchine. Roma: Editalia.