(14 febbraio-31 maggio 1920)
Ritroviamo Gabriele D’Annunzio anche all’origine del raid Roma-Tokio, idea condivisa dal 1919 con l’amico e poeta giapponese Harukichi Shimoi. L’impresa è affidata inizialmente a due formazioni, l’una formata da cinque SVA9, l’altra da quattro bombardieri Caproni (due Ca.450, un Ca.600 e un Ca.900 triplano), pilotati da reduci della Grande Guerra. Da Centocelle, l’8 gennaio 1920 decollano i Caproni, ma nessuno di questi apparecchi supera la Siria; gli SVA partono l’11 marzo, ma senza successo. Entra in scena Arturo Ferrarin che chiede di poter partire seguito da un solo aeroplano. Il 14 febbraio 1920 due biplani SVA9 partono da Centocelle con destinazione Tokio e il 31 maggio 1920 atterrano dopo un percorso di oltre 18.000 km e 112 ore di volo.