Un viaggio nella storia dell’aeronautica italiana: storie di aerei e di piloti

Il percorso affronta il tema aeronautico da tre punti di vista: sportivo, militare, tecnologico. Protagonisti della conquista del cielo sono i velivoli e gli aviatori che hanno fatto la storia dell’aviazione italiana dal 1909 ai primi anni cinquanta del Novecento. Fotografie, biografie, documenti e oggetti rimandano a un’‹avventura› che è inestricabilmente collegata ai principali conflitti bellici affrontati dall’Italia, dalla guerra di Libia alla seconda guerra mondiale.


 

«Oggi si vola»

«L’aeroplano! […] Ecco un grosso motore del peso di un quintale che rimane nell’aria raccomandato a dei semplici telai ricoperti di tela: ecco un uomo che seduto comodamente sui telai stessi sale nell’aria, e la domina sottomettendola alla sua volontà, e viaggia, e sale libero. E discende rapido come l’estro gli consiglia».

Luigi Barzini, «Trionfi dell’aviazione a Reims». La Domenica del corriere, 5-12 settembre 1909.

«Il dominio dell’aria»

«Qua si vola. Ma già lo sai. E qualche volta si muore. Questo non lo sai […] perché penserai a noi come a grassi e grossi imboscati che sono in compagnia per villeggiare. No qua si muore e, mi accorgo, con una certa facilità».

Lettera dell’allievo pilota Emilio Bernasconi all’amico Raffaello Cresci, Campo di Foggia, 6 settembre 1918 (Fabio Caffarena, Dal fango al vento: gli aviatori italiani dalle origini alla Grande Guerra, 2010).

«L’avventura aeronautica»

«Ho abbracciato quel lavoro lì [il collaudo] con un sacco di entusiasmo perché per me vedere girare un’elica… respiravo, ero nel mio mondo».

Testimonianza di Ernesto Zanlucchi (Salisburgo, 1915-Trento, 2013), combattente nella guerra di Spagna e nella seconda guerra mondiale, è poi collaudatore presso le Officine Caproni di Trento.