La seconda guerra mondiale: piloti e aerei da bombardamento

Malgrado un retroterra culturale (Douhet) ed esperienziale ricco, accumulatosi dalla guerra di Libia (1911) in poi, la Regia aeronautica non ha compreso l’importanza del ‹bombardamento strategico› e, di conseguenza, non ha insistito sullo sviluppo di un bombardiere pesante (quadrimotore), capace di portare grandi quantità di bombe a distanze ragguardevoli. Il bombardiere tipo italiano è medio come il SIAI S.79, il Cant Z.1007 bis (trimotori) o il Fiat BR.20 (bimotore), quest’ultimo con scarsi risultati. La Piaggio progetta solo il P.108B (quadrimotore) che, prodotto in pochi esemplari, non influisce sul conflitto. La Regia aeronautica è carente anche nel supporto ‹tattico› alle truppe di terra (cacciabombardieri) ed è costretta ad adottare lo Stuka tedesco (Junkers Ju.87), che i piloti chiamano ‹Picchiatello›.

I piloti

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